La battaglia di Stalingrado

2 febbraio 2013 — il 70mo anniversario della vittoria sovietica nella battaglia di Stalingrado

1942-04-05 18:25:51

Piani di Hitler per la campagna dell’estate-autunno 1942

Il 5 aprile 1942 Hitler firmò la Direttiva OKWkw (Oberkommando der Wehrmacht) n. 41 che diventò il documento direttivo principale per le truppe degli eserciti del 1942. Si stabilivano gli scopi della campagna estiva: “Mantenendo la posizione nell’area centrale, prendere a Nord Leningrado e stabilire sulla terraferma un contatto con i finlandesi, sul versante meridionale fare irruzione nel Caucaso”. Un tratto peculiare della campagna dell’estate 1942 sarebbe diventato il vasto impiego, nell’offensiva sul Volga e nel Caucaso, delle forze alleate della Germania, cioè le divisioni rumene, ungheresi, italiane e slovacche.

1942-06-28 14:26:04

Offensiva sulla direttrice di Voronezh

Il 28 giugno, dopo la preparazione dell’artiglieria e dell’aviazione, le formazioni del gruppo militare di Weichs passarono all’attacco delle truppe situate sul fianco sinistro del fronte di Brjanskij. Già il 4 luglio scoppiarono scontri tra le vie d’accesso a Voronezh, e il giorno seguente la 24ma divisione carrista di G. Got, forzando il passaggio sul Don, fece irruzione nella parte occidentale della città. La penetrazione nel cuore della difesa fu così irruenta che già il 7 luglio 1942 Voronezh fu conquistata e i tedeschi raggiunsero l’obiettivo della prima fase dell’operazione.

1942-07-07 14:26:04

Operazione di difesa delle truppe sui fronti sud-occidentale e meridionale

Il 7 luglio, all’apice degli scontri nei pressi di Voronezh, due corpi d’armata dell’esercito del generale F. Paulus forzarono il passaggio sul fiume Chernaja Kalitva intensificando l’offensiva a Sud-Est; proprio sul finire dell’11 luglio entrarono nel territorio di Kantemirovka. L’attacco alla zona fortificata di Rostov iniziò il mattino del 22 luglio e il 25 dello stesso mese Rostov veniva già abbandonata dalle truppe sovietiche. Il fallimento delle azioni difensive sui fronti sud-occidentale e meridionale e la ritirata a Nord-Est e a Sud crearono una forte spaccatura nelle truppe dell’Armata rossa. La breccia dovette essere richiusa dagli eserciti di riserva. Dei dieci corpi di riserva ne furono impiegati sei. Inoltre in direzione di Stalingrado furono spostate alcune divisioni carriste della riserva dello “stavka” (Quartier Generale).

1942-07-17 14:26:04

Combattimenti presso l’ansa del Don

Sull’ansa del Don, dove il fiume si avvicina di più al Volga, due eserciti di riserva, il 62mo e il 64mo, tennero impegnata la difesa. L’alta sponda del fiume alle spalle dei soldati rendeva difficile la ritirata e non dava la possibilità di realizzare una quantità sufficiente di traghettamenti. Il 17 luglio iniziò l’offensiva delle forze tedesche. Malgrado le aspettative dei tedeschi i combattimenti si protrassero a lungo. Se l’esercito di Paulus non fosse arrivata a Stalingrado, il gruppo d’assalto nel Caucaso del corpo “A” avrebbe potuto rischiare l’accerchiamento. Perciò a Paulus furono subito inviate le riserve, tra cui la divisione carrista di Got che si mosse in direzione di Stalingrado dal Sud dell’ansa del Don. Il 20 agosto le truppe sovietiche furono totalmente respinte dal lato occidentale del Don, a eccezione delle teste di ponte di Serafimovich-Kletskaja, e furono costrette a trasferirsi sulla riva orientale del fiume. Soltanto 60 chilometri separavano Stalingrado dai tedeschi.

1942-07-28 14:26:04

Ordine n. 227 “Non un passo indietro!”

A seguito degli scontri di giugno-luglio nel settore meridionale del fronte, comparì un documento, noto come l’Ordine n. 227 del 28 luglio 1942. Il titolo per esteso era “Ordine sulle misure di rafforzamento della disciplina e dell’ordine nell’Armata rossa e divieto di ritirata volontaria dalle posizioni di combattimento”. Lo scopo era porre fine, adottando misure crudelissime, agli episodi di vigliaccheria e diserzione; l’ordine vietava categoricamente di arretrare dalle posizioni se non per disposizione del comando. Unità e battaglioni speciali, detti shtrafnye (di punizione) vennero creati per espletare le punizioni a seguito dei crimini penali e militari. Sempre secondo l’Ordine furono introdotte delle unità anti-ritirata.

1942-08-21 00:55:13

Scontri tra i fiumi Volga e Don

Il 21 agosto le truppe del generale Paulus forzarono il passaggio sul Don e il giorno seguente i carri tedeschi arrivarono a Stalingrado. Non c’era stato tempo per l’evacuazione, così oltre ai cittadini in città si ammassarono anche centinaia di migliaia di profughi. Il 23 agosto iniziò l’incursione aerea più poderosa della storia della guerra. L’80% degli edifici fu raso al suolo il primo giorno di bombardamenti. Nella città c’erano molte costruzioni in legno e depositi di petrolio; i tedeschi ne tennero conto e utilizzarono bombe incendiarie. Quel giorno la IV flotta aerea della Germania eseguì 1.500 decolli, gettando 1.000 tonnellate di bombe; a Stalingrado nella sola giornata del 23 agosto morirono circa 40.000 abitanti. Verso le 4 di mattina del 23 agosto i carri dell’esercito di Paulus arrivarono a Stalingrado da Nord, ma non riuscirono a conquistare di slancio la città. Inoltre, da Nord, sulle truppe tedesche all’assalto si scagliarono i colpi del fronte di Stalingrado. La città era di fatto circondata. La 62ma e 64ma divisione che la difendevano erano separate dal fronte e potevano ricevere rifornimenti soltanto dai traghetti che attraversavano il Volga. Il 9 settembre la divisione di fucilieri del generale Rodimcev fu mandata in aiuto dei difensori della città. Il nuovo comandante V.I. Chujkov era alla testa della 62ma armata.

1942-09-13 00:55:13

Fase intensa dei combattimenti in città

Chujkov arrivò al quartier generale della 62ma armata il 14 settembre e quello stesso giorno i tedeschi mossero un attacco alla città, riuscendo a occuparne la parte meridionale; la 62ma armata venne isolata dalla 64ma. I tedeschi erano già arrivati al Volga e stavano ricompattando le forze per organizzare la conquista del passaggio centrale. Nella notte del 15 settembre dalla sponda sinistra del Volga iniziò il trasferimento della divisione di Rodimcev. Contemporaneamente, da Nord, il fronte di Stalingrado stava preparando l’assalto alle posizioni della VI armata, distraendo così le forze dei tedeschi e impedendo che le riserve si trasferissero in città. Il 27 settembre Paulus diede il via al secondo assalto della città, che fu di nuovo respinto. Il 4 ottobre i tedeschi occuparono la zona della stazione, spingendo sempre di più le truppe verso il Volga; a salvare la situazione ci pensò l’arrivo delle Vdo (Truppe aviotrasportate), guidate da Viktor Zholudev. Il 14 ottobre i tedeschi si lanciarono in una nuova offensiva. Il colpo principale fu inferto al quartiere della fabbrica di trattori. La concentrazione di truppe tedesche era inaudita: sul fronte di appena 4 chilometri tre divisioni di fanteria e due di carri assalirono la fabbrica “Barrikada” e quella di trattori. Con l’aiuto delle Vdo di Zholudev e dei colpi dell’artiglieria pronta a rispondere dalla riva sinistra del fiume, fu possibile bloccare l’avanzamento dei reparti tedeschi. Il 16 ottobre sbarcò in città la 138ma divisione di Ljudnikov, grazie alla quale l’assalto tedesco fu nuovamente fermato. L’11 novembre nel quartiere della fabbrica “Barrikada” i tedeschi arrivarono al Volga e circondarono la 138ma divisione, dividendo la 62ma armata in tre parti. Il battaglione di Ljudnikov si difese da solo per un mese e mezzo a duecento metri dal Volga.

1942-11-19 00:55:13

Il contrattacco sovietico e l’accerchiamento dei tedeschi. L’operazione “Urano”

Nell’operazione di accerchiamento del raggruppamento tedesco, che prese il nome di “Urano”, furono impegnati tre fronti: quello del Don, quello sud-occidentale e quello di Stalingrado. Il 19 novembre iniziò la preparazione d’artiglieria. A Nord, la difesa dell’esercito rumeno fu velocemente sbaragliata, il contrattacco del 48mo reparto carrista tedesco venne respinto e i gruppi dell’Armata rossa si diressero verso la città di Kalach. Il 20 novembre iniziò l’attacco a Sud di Stalingrado. Il 22 novembre venne preso il ponte che attraversava il Don nel territorio della città di Kalach, mentre il 23 novembre i gruppi del fronte sud-occidentale si riunirono a quelli del fronte di Stalingrado nel territorio del villaggio Sovetskij. L’operazione “Urano” non fu portata completamente a termine. Tuttavia la VI armata venne isolata e le riserve di carburante, munizioni e derrate alimentari si riducevano costantemente, nonostante i tentativi di rifornimento per via aerea.

1942-12-12 00:55:13

Operazione “Tempesta invernale”, tentativo di Manstein di raggiungere Paulus

Il nuovo gruppo d’armate “Don” della Wehrmacht sotto il comando del feldmaresciallo Manstein tentò di sfondare il blocco delle truppe assediate (Operazione “Wintergewitter” ovvero “Tempesta invernale”). L’operazione iniziò il 12 dicembre. Manstein ricevette le riserve e le truppe dal Caucaso. Per tre settimane riunì le forze necessarie a compiere l’operazione. Manstein non sferrò il colpo seguendo la direzione più breve da Ovest, ma da Sud-Ovest, sorprendendo così il comando sovietico. Il 19 dicembre le formazioni difensive, di fatto aperte, delle truppe sovietiche della IV armata dell’esercito carrista si scontrarono con le riserve della “Stavka” appena giunte dalla II armata della Guardia comandate da R.Ja. Malinovskij. Nel corso dei combattimenti, il 25 dicembre, i tedeschi ritornarono alle posizioni in cui si trovavano prima dell’inizio dell’operazione “Wintergewitter”, perdendo praticamente tutto l’arsenale tecnico e più di 40.000 uomini.

1942-12-16 00:55:13

Operazione “Piccolo saturno”

Secondo i piani del comando sovietico, dopo la disfatta della VI armata, le forze occupate nell’operazione “Urano” dovevano essere rivolte a occidente e mandate all’attacco lungo la direttrice di Rostov sul Don nell’ambito dell’operazione “Saturno”. Tuttavia in seguito alla realizzazione parziale di “Urano”, l’operazione “Saturno” fu sostituita dalla missione “Piccolo Saturno”. Lo slancio verso Rostov sul Don non era già più in programma. Il 16-17 dicembre venne forzato il fronte dei tedeschi sul Chir e sulle posizioni dell’VIII armata italiana. La linea del fronte si era così temporaneamente stabilizzata, dato che né le truppe sovietiche né quelle tedesche avevano abbastanza forze da sfondare la zona tattica di difesa del nemico.

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